Poco prima delle sei di mattina del 27 gennaio l’intero corpo dei vigili urbani si presenta all’interno della sala della Resistenza del comune di Carrara brandendo una ordinanza di sgombero a firma del sindaco Angelo Zubbani, fuori tre blindati della celere uno dei carabinieri la digos al completo e numerosi altri agenti in borghese venuti da fuori; più tardi farà la sua comparsa anche un elicottero.
Era dai tempi dell’occupazione del Germinal che in città non si vedeva un così folto schieramento di truppe.
All’interno della sala i pochi presidianti, che stanno ancora dormendo, vengono “notificati”, identificati e invitati ad uscire; cosa che avviene in maniera pacifica.
Intanto inizia il tamtam; pochi minuti dopo la sala è “liberata” e le porte di accesso presidiate stavolta però da strani “alieni” in divisa, a loro volta presidiati da un numero sempre crescente di cittadini.
Iniziano i cori e gli slogan. È questo il risveglio di Carrara nel giorno della memoria.
Intanto di sindaco e giunta nessuna traccia… si viene a sapere che sono impegnati a Massa in un consiglio congiunto, il tentativo è chiaro, si pensa da subito di spostarsi e di andare ad interrompere il consiglio, ma si decide di non cadere nella nassa e di mantenere la presenza in piazza II giugno.
Verso le nove siamo in numero sufficiente per poter iniziare i rallentamenti del traffico, in un qualche gruppetto iniziano gli attraversamenti pedonali ossessivi; pochi minuti e l’intera città è in tilt. La cosa funziona ed è a questo punto che anche i vigili urbani ci vengono incontro decidendo di deviare il traffico a monte della piazza per bypassare gli attraversamenti… pochi minuti ed è il delirio! Carrara resta intasata fino quasi le due del pomeriggio.
I rallentamenti al traffico continueranno per tutto il giorno e buona parte della serata in vari punti della città, improvvisi e a macchia di leopardo…
Gli uffici comunali restano chiusi per tutto il giorno per ordinanza del sindaco, cosa, fin qui, mai accaduta perché uno dei punti fermi dell’Assemblea Permanente è sempre stato quello di non interrompere i servizi ai cittadini.
Il presidio davanti al comune rimane fino a tarda notte e proseguirà nei giorni successivi.
Intanto:
la sala viene dichiarata “inagibile per motivi sanitari”, l’assemblea riceve da più parti solidarietà da parte anche di alcuni dei partiti della maggioranza, non tanto per lo sgombero subito, ma per la scelta poco felice del giorno… è già qualcosa; la giunta fa quadrato intorno al sindaco, ma inizia a vacillare, un consigliere, eletto come indipendente nelle liste di rifondazione, dichiara di uscire dalla maggioranza, il direttivo regionale dello stesso partito bacchetta i propri esponenti locali; e il consiglio comunale previsto per il fine settimana viene rimandato “per motivi di ordine pubblico”… le attività dei gruppi di lavoro dell’Assemblea si spostano nei locali di un ufficio sfitto che si affaccia proprio davanti alla sala della Resistenza messoci a disposizione da un privato, e le assemblee continuano con cadenza giornaliera nella piazza.
Sul carrione (il fiume che attraversa la città) intanto si moltiplicano i sequestri delle nuove arginature da parte della magistratura, e due giorni prima del consiglio comunale arrivano, sempre da parte della magistratura, una quindicina di rinvii a giudizio, relativi allo scandalo “tassa marmi”: verso il sindaco, cinque assessori della giunta in carica, tre della precedente, due dirigenti comunali e altri nomi illustri.
In città si sapeva da tempo e tutti se li aspettavano, chiaramente il consiglio del 4 febbraio è stato quanto mai vivace e divertente, ma non mi starò a dilungare nella cronaca rimandandola ai numerosi articoli che si possono reperire in rete, aggiungo soltanto che dopo l’ennesima interruzione del consiglio è stata attuata una occupazione simbolica della sala consigliare da parte dell’Assemblea Permanente.
Nei giorni successivi l’amministrazione concede un’altra sala, non a Carrara, dove, pare, non esista più una sala agibile, ma ad Avenza, decentrata, ma centrale rispetto ai fatti del 5 novembre, a poche centinaia di metri dall’argine crollato; una sala fino ad allora chiusa, anche lei, per motivi igenico-sanitari e miracolosamente “risanata” evidentemente per intercessione divina…
L’Assemblea e le sue attività pubbliche si spostano li, mentre permane l’attività dei gruppi di lavoro nell’ufficio di Carrara, acquisendo, seppur faticosamente, sempre maggiore consapevolezza.
La controinformazione continua, tanto è che nella notte del 2 febbraio anche le statue “danno voce” all’Assemblea Permanente e nella notte del 10 “cambia” anche la toponomastica cittadina, ma anche su questo rimando agli articoli dei quotidiani locali che si possono reperire in rete.
Concludo menzionando il “Gruppo aiuti” dell’Assemblea Permanente, formato da alcuni volenterosi che dopo l’orario di lavoro e il fine settimana prestano la propria opera gratuitamente.
In questi giorni, questo gruppo, ha ultimato i lavori di intervento nella prima casa alluvionata, consentendo alla famiglia di rientrarvi in maniera dignitosa, e questo grazie ai fondi reperiti tramite iniziative e sottoscrizioni. Altre ne verranno ristrutturate.
Sempre avanti! A difesa della città!
RedC.